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Fatta di primi piatti e pietanze semplici, realizzate secondo un’arte che non ha niente di particolare ma il cui segreto sta nella meticolosa scelta di ingredienti genuini nelle giuste proporzioni, nel dosaggio dei condimenti, nell’oculatezza dei tempi di cottura.
Piatti tipici della cucina sannita sono:
La “Minestra Maritata”: nelle occasioni festive come la Pasqua o il S. Patrono, la verdura, veniva “maritata”a qualcosa di più sostanzioso come il prosciutto, le cotiche salate, il pezzo di lardo e il peperoncino.
I “Fusilli”: pasta fatta in casa utilizzando il ferro per lavorare la lana (fuso); normalmente sono al Ragù, sugo di passato di pomodori tirato a fuoco lento ed arricchito con la braciola di carne e conditi con abbondante grattugiata di formaggio pecorino.
Le “Orecchiette”o “Cicatielli”, pasta fatta in casa aiutandosi con le dita, possono essere al ragù come i fusilli, ma meglio con i broccoli.
E poi: pasta, fagioli e cotica, pasta e cavolfiori, lagana con i ceci ecc.
Nel Sannio primeggiano gli allevamenti di bovini, ovini, caprini e suini; pertanto i secondi piatti spaziano sui medesimi tipi di carni, quindi arrosti misti alla brace e “Ammugliatielli” (interiora di agnello, condite con aromi e spezie varie); come contorni, peperoni fritti, peperoni imbottiti, melanzane impanate e fritte o arrostite, funghi porcini, carciofi indorati e fritti e gli insostituibili pomodori per l’insalata.
Per finire gli ottimi formaggi “Caciocavallo” del Fortore, prodotti con latte di razze bovine bianche stagionati per un periodo che va da sei mesi ad un anno.
In occasione del S. Natale, è tradizione beneventana, preparare e servire la “Zuppa di cardone” minestra di una verdura, simile a quella del carciofo, con uova sbattute e succulente polpettine i carne di vitello.

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